“LE EMOZIONI NELLA MENTE E NEL CORPO”

sostegno pazienti patologia tumorale

In collaborazione con l’associazione ANGOLO OdV di Aviano ho ideato il progetto “Emozioni nella mente e nel corpo”.

Le emozioni nei pazienti con patologia tumorale

L’aggressione psicofisica della malattia spezza l’equilibrio mente-corpo dell’individuo. Tanto più il percorso di malattia è complesso e difficoltoso, tanto più le dimensioni dell’esistenza umana (fisica, psicologica e sociale) vengono colpite. Molti pazienti infatti hanno serie difficoltà ad adattarsi alle nuove condizioni imposte dalla malattia neoplastica, sia di carattere fisico che di carattere psicologico e sociale. Rainbird et al. (2009) evidenziano come le aree con maggiori bisogni in pazienti oncologici sono quelle psicologico/emotiva e comunicativa/informativa. Il 50% dei bisogni predominanti di livello alto o moderato appartengono all’area psicologica/emozionale. In particolare, fino al 50% dei pazienti sviluppa sintomi di squilibrio emotivo (Carpanelli & Associazione Italiana Infermieri di Oncologia, 2002). Inoltre, Grassi et al. (2003) evidenziano anche le difficoltà da parte del malato nel manifestare le proprie emozioni (Grassi et al., 2003).

L’instabilità interna dovuta all’incontro con la malattia neoplastica si può rivelare tramite stati d’angoscia, sentimenti di colpa e vergogna, e può evolvere fino a comportamenti autopunitivi quali il rifiuto delle cure, la negazione della malattia, oppure sottolineare rassegnazione e condotte passive (Carpanelli & Associazione Italiana Infermieri di Oncologia, 2002). Infatti, come riporta Bellani (2011), uno dei bisogni psicologici del malato oncologico in fase avanzata è proprio il bisogno di sicurezza.

Realizzare di non essere più uguali a prima e non riuscire quindi più a riconoscersi come individuo, provoca nel malato “paura di essere perduti a sé stessi, angoscia, disperazione”. Nascono di seguito sentimenti come l’abbandono, la solitudine e l’emarginazione (Carpanelli & Associazione Italiana Infermieri di Oncologia, 2002). Viene riportata in alcuni studi (Fitch, 2012; Moghaddam et al., 2016) la paura del deterioramento fisico (33%) (Rainbird et al., 2009) (57%) (Ugalde et al., 2012) e la paura della disabilità fisica che si correla alla paura del deterioramento fisico (Fitch, 2012).

Grassi et al. (2003), riportano tra le principali paure del paziente in fase avanzata di malattia l’angoscia verso l’ignoto, la paura di non farcela e le angosce esistenziali, quali la paura del nulla, della vita e della morte (Grassi et al., 2003). Un’altra paura è quella del dolore (Moghaddam et al., 2016; Fitch, 2012). In Rainbird et al. (2009) la paura del dolore e della sofferenza caratterizza il 31% dei pazienti oncologici in fase avanzata di malattia (Rainbird et al., 2009). Altre paure rilevanti sono il timore dei malati riguardo al fatto che i risultati dei trattamenti siano fuori dal proprio controllo (Moghaddam et al., 2016; Fitch 2012), il bisogno di imparare ad avere la situazione sotto controllo (o la percezione di ciò) e l’ansia a sottoporsi ad ogni tipo di trattamento (Fitch, 2012).

L’apprensione riguardo le paure e le preoccupazioni della famiglia è frequente (Moghaddam et al., 2016), così come l’apprensione riguardo alla capacità della famiglia di far fronte alla propria presa in carico (50,9%) (Ugalde et al., 2012), (30%) (Rainbird et al., 2009). Difatti, il timore rispetto a cosa accadrà ai propri cari dopo la morte di sé stessi è una delle principali paure del paziente oncologico in fase avanzata di malattia (Grassi et al., 2003).

Seppur da un lato, è del tutto comprensibile provare questi sentimenti, dall’altro va riconosciuto che queste emozioni incidono negativamente sulla qualità di vita della persona se non vengono adeguatamente identificate, comprese e gestite in modo funzionale. Dati sempre più significativi suggeriscono come la percentuale di sopravvivenza sia strettamente correlata alle terapie specifiche ma anche all’atteggiamento psicologico con cui la persona si pone verso la patologia. Poter manifestare ed esprimere le proprie emozioni ha un ruolo cruciale nel percorso di adattamento e accettazione della malattia e del rapporto con la realtà e gli altri.

Il progetto “Emozioni nella mente e nel corpo”

Proprio alla luce di quanto appena descritto, il presente progetto ha cercato di guidare i partecipanti verso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza imparando a discriminare i propri vissuti emotivi e attribuirgli un giusto nome, comprendere quali sono le emozioni che più frequentemente si prova, da cosa sono innescate e qual è la loro reazione. Ciò verrà effettuato attraverso la riflessione e il confronto con il gruppo che viene considerato un ottimo strumento per stimolare la ricerca di strategie e soluzioni.

L’obiettivo era quindi quello di fornire un sostegno ai pazienti che affrontano o hanno affrontato la patologia tumorale. Il lavoro sulle emozioni, da un punto di vista mentale e fisico, permette di acquisire delle competenze che migliorano la qualità di vita del paziente stesso. Lo stesso ha la possibilità di ritrovare la capacità di guardare al futuro con maggior consapevolezza ma con speranza, andando “oltre” la malattia.

Il progetto ha coinvolto pazienti ed ex pazienti oncologici che hanno intrapreso un percorso caratterizzato da 6 incontri.

Per conoscere i miei sevizi puoi visitare questa pagina.

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