TESTIMONIANZA E MEMORIA AUTOBIOGRAFICA

memoria autobiografica

LA TESTIMONIANZA SECONDO LA PSICOLOGIA COGNITIVA

Ancora oggi si ignora il fatto che la testimonianza non è relegabile al mero ricordo dell’esperienza vissuta. La testimonianza è un processo estremamente complesso e multicomponenziale che ha inizio con la percezione degli stimoli derivanti dall’aver direttamente esperito il fatto e si conclude con la narrazione dello stesso. In corrispondenza di ognuna delle fasi che progressivamente formano la testimonianza, possono presentarsi vizi tali da allontanare l’evento vissuto da quello narrato. Il primo contatto tra il soggetto e l’evento è costituito dalla percezione. Il processo percettivo in sé rappresenta già una limitazione fisiologica, nel senso che è legata alle normali caratteristiche fisiche, neurologiche ed intellettive dell’essere umano. Senza considerare altri elementi fisici ma anche ambientali in grado di affievolire ulteriormente la capacità di percepire quanto vissuto. Non si possono trascurare inoltre una serie di caratteristiche prettamente psicologiche del soggetto, come, ad esempio, le aspettative, i pregiudizi e gli stati emotivi. Ecco quindi che già dal momento della percezione è in realtà presente un filtro soggettivo attraverso cui si vive l’esperienza stessa. L’episodio vissuto viene poi immagazzinato nella memoria del protagonista. Come citato prima, è ancora diffusa un’idea di memoria ormai obsoleta che in realtà non rende giustizia all’insieme di sistemi e di attività correlati che costituiscono la funzione mnestica. Il ricordo non è una riproduzione fedele di un evento, come appunto se venisse registrato da una GOPRO, ma più che altro una ricostruzione dinamica che sfocia in una narrazione sensata e plausibile per il soggetto stesso. Ciò che in ogni caso risulta evidente da un punto di vista empirico, è l’inevitabile esposizione della memoria a fattori di distorsione e deterioramento della traccia mnestica. Il fenomeno dell’oblio è un processo fisiologico che avviene nel lasso di tempo che intercorre tra la percezione dell’evento e la sua rievocazione: la quantità di informazioni perse è proporzionale alla lunghezza di questo periodo. Alla perfetta conservazione degli stimoli percepiti e delle esperienze vissute non si oppone soltanto il deterioramento passivo della traccia mnestica ma anche una vera e propria attività ricostruttiva della psiche; la memoria è un processo costruttivo e ricostruttivo. È stata più volte rilevata la fisiologica predisposizione dell’essere umano a colmare, anche inconsapevolmente, i vuoti che rendono il ricordo incoerente, con l’obiettivo di attribuire significato alle informazioni ricevute. A quanto appena descritto si aggiungono anche diverse fonti di distorsione che possono quindi agire modificando il ricordo, alterandolo e rendendolo anche grossolanamente diverso dall’esperienza vissuta. Oltre a questi aspetti legati principalmente al funzionamento della memoria vanno considerati anche altri aspetti legati al momento della testimonianza in sé in cui il testimone è chiamato a rievocare il fatto vissuto e ad esprimerlo a parole. La rievocazione consiste in un lavorio mentale di “ripasso” che il soggetto informato compie in vista della sua testimonianza. Egli riflette sull’esperienza che ha vissuto, ed elabora una narrazione che sia più coerente e più convincente possibile. Per questo motivo deve operare una “traduzione” delle sensazioni in linguaggio, cui inevitabilmente consegue la generalizzazione e semplificazione dei fatti. Inoltre, il fatto non viene narrato tramite un racconto libero privo di interruzioni, ma la dichiarazione è resa in una dinamica in cui l’interrogante risulta coinvolto nell’assunzione della dichiarazione quanto l’interrogato, rendendo la testimonianza quasi un processo diadico.

LA MEMORIA AUTOBIOGRAFICA SECONDO I RECENTI MODELLI COSTRUTTIVISTI

La memoria è un processo ricostruttivo o, ancora meglio, costruttivo che genera significati e che serve a dare coerenza al sé e che permette di dare un significato ai life outocomes. Uno dei modelli più accurati e recenti che illustrano il funzionamento della memoria autobiografica è quello denominato Self Memory System (Conway & Pleydell-Pearce, 2000).

Gli autori del Self Memory System basano il loro modello sullo studio della relazione tra memoria autobiografica, rappresentazioni di sé, regolazione affettiva e sistema motivazionale. In quest’ottica i ricordi autobiografici sono rappresentazioni mentali temporanee e dinamiche che si intrecciano con le conoscenze semantiche che il partecipante ha di sé e con il suo sistema motivazionale (Conway, Singer, & Tagini, 2004). In accordo con il modello di Conway e Pleydell-Pearce (2000), le informazioni sensoriali e percettive specifiche degli eventi di livello inferiore (event-specific knowledge) sono collegate a strutture di autocoscienza di livello superiore quali informazioni semantiche personali (lifetime periods), eventi di carattere generale (general events) (Barsalou, 1998; Conway, 2001; Conway & Pleydell-Pearce, 2000); i ricordi autobiografici sono organizzati in maniera gerarchica e possono essere recuperati a diversi livelli di specificità.

Si pensa che i ricordi specifici a lungo termine siano organizzati gerarchicamente in strutture simili alla narrativa, definibili “mini-storie”. Queste mini-narrazioni sono nidificate all’interno di linee temporali estese, che sono, a loro volta, nidificate nel Life Story Schema, cioè nella storia della vita (Conway, 2005). Queste strutture narrative sono create formando collegamenti tra ricordi specifici attraverso un processo di ragionamento autobiografico che enfatizza le connessioni temporali, causali e tematiche, nonché i modelli culturali del corso della vita (Bluck & Habermas, 2000).

  • Conway MA, Pleydell-Pearce CW. The construction of autobiographical memories in the self-memory system. Psychol Rev. 2000 Apr;107(2):261-88. 
  • Conway, M. A., Singer, J. A., & Tagini, A. (2004). The self and autobiographical memory: Correspondence and coherence. Social Cognition, 22(5), 491–529.
  • Goldstone, R. L., & Barsalou, L. W. (1998). Reuniting perception and conception. Cognition, 65(2-3), 231–262.
  • Haque, S., & Conway, M. A. (2001). Sampling the process of autobiographical memory construction. European Journal of Cognitive Psychology, 13(4), 529 –547
  • Conway, M. A. (2005). Memory and the self. Journal of Memory and Language, 53(4), 594–628.
  • Habermas, T., & Bluck, S. (2000). Getting a life: The emergence of the life story in adolescence. Psychological Bulletin, 126(5), 748–769.

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