LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI

teoria dei costrutti personali

LA CORNICE TEORICA

La posizione teorica di Kelly, sintetizzata nell’assunto dell’alternativismo costruttivo secondo cui esistono molteplici modalità alternative ugualmente valide per interpretare la realtà, si pone a pieno titolo nel paradigma costruttivista. La prospettiva costruttivista sostiene che sia impossibile parlare di una realtà oggettiva che prescinde l’atto conoscitivo ma la realtà viene costruita dal soggetto che via via ne fa esperienza. Secondo questa prospettiva la realtà conosciuta non precede la conoscenza, ma viene costruita (o ri-costruita) dall’individuo conoscente; in altre parole la realtà non è qualcosa di univocamente e oggettivamente dato ma ciò che si conosce è inestricabilmente connesso al soggetto conoscente.

La psicologia dei costrutti personali presuppone l’esistenza di eventi esterni, indipendenti dall’osservatore e dal modo in cui essi vengono percepiti. Questa realtà indipendente non è però conoscibile in modo univoco, in quanto può essere costruita in infiniti modi diversi. Ecco quindi che, la validità delle diverse rappresentazioni, intese come più o meno corrispondenti al mondo esterno, viene sostituita dalla discriminazione tra costruzioni più o meno disponibili e quindi agibili e percorribili. Come il nome stesso suggerisce, la psicologia dei costrutti personali sceglie come proprio focus di interesse il livello individuale e personale della costruzione della conoscenza.

INFLUENZE TEORICHE

George Kelly presentò la teoria dei costrutti personali come una alternativa ai due principali approcci allora vigenti per descrivere la comprensione umana:

  1. Il comportamentismo. Principio cardine del comportamentismo è la considerazione della mente come una “scatola nera”, ossia il comportamentismo si basava su un’esclusione di tutti gli aspetti propri della sfera soggettiva non suscettibili di rigorosa indagine empirica. Al modello comportamentista “stimolo-risposta”, Kelly contrappone l’idea di “uomo-scienziato”.
  2. le teorie psicodinamiche (psicoanalisi).

La teoria proposta da Kelly si contrapponeva alle idee di entrambe le correnti, nelle quali il soggetto aveva ben poco margine per cambiare la sua visione del mondo. Invece di vedere gli esseri umani come soggetti passivi alla mercé di associazioni, rinforzi e punizioni presenti nel proprio ambiente circostante (comportamentismo) o dei loro desideri inconsapevoli e delle esperienze infantili (psicoanalisi), l’autore sosteneva che le persone svolgono un ruolo attivo su come riconoscono e interpretano la conoscenza e nella creazione della realtà. L’adozione di un paradigma costruttivista ha consentito a Kelly di evitare sia il determinismo di tipo ambientalista (tipico del behaviorismo) sia quello di matrice storico-evolutiva (tipico della psicoanalisi).

Va comunque evidenziato che Kelly prende dal comportamentismo l’importanza dell’apprendimento nella determinazione della personalità, e dalla psicoanalisi l’idea che esistono una serie di convinzioni inconsce costituite a partire dalle esperienze significative precoci. In altre parole, Kelly ipotizza l’importanza dell’apprendimento nel determinare la personalità ma sostiene anche che questo apprendimento si costruisce su tratti costitutivi che probabilmente arrivano dall’infanzia.

LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI

Kelly cerca di valorizzare i processi psicologici che determinano il funzionamento della personalità mediante un “alternativismo costruttivo” il quale si riferisce alla modalità di costruzione – ricostruzione che regola le conoscenze e le interpretazioni della realtà. In altre parole, ogni individuo attribuisce un senso all’evento che sta vivendo sulla base della propria esperienza, oscillando tra gli eventi accaduti e quelli anticipati come possibili.

La teoria dei costrutti personali è una teoria dei modi in cui una persona perviene a rappresentarsi, ad interpretare, a prevedere i vari eventi e, di conseguenza basare la propria condotta e il rapporto con il mondo su tali rappresentazioni.

L’esperienza soggettiva e il ruolo attivo della persona sono imprescindibili per la sperimentazione e la costruzione del mondo. Infatti, ogni individuo è descritto da Kelly come uno scienziato/ricercatore continuamente impegnato nel tentativo di dare un senso al mondo, attraverso il processo di sviluppo di teorie su cosa sia il mondo e agire a livello comportamentale per sperimentare la loro validità e congruità. Queste ipotesi, una volta verificate, vanno a costituire il proprio sistema di costrutti personali, che può avere più o meno validità predittiva e fornisce alla persona stessa le coordinate per muoversi nel contesto con cui è in interazione. Lo scopo dell’esperienza è, dunque, quello di sviluppare un sistema sempre più elaborato per predire e controllare gli eventi, attribuendo ad essi un senso e muovendosi poi di conseguenza. L’uomo crea a tal fine un sistema organizzato di costrutti bipolari (per esempio, bello-brutto, dipendente-autonomo ecc.), attraverso cui interpreta la realtà, rendendola prevedibile.

Approfondendo la nozione di costrutto, Kelly si riferisce agli schemi che il soggetto crea per conoscere gli eventi e classificare le esperienze. Dunque un costrutto non è un concetto generale ed unitario, ma è un criterio formulato dal soggetto e acquista il suo significato nell’interazione tra il soggetto e la propria esperienza. Più precisamente, le persone sperimentano il modo attraverso “la lente” dei costrutti. I costrutti sono dinamici e non stabili perché l’esperienza quotidiana comporta il consolidamento, l’abbandono o la revisione di alcuni aspetti nel modo di concepire le cose e sono essenzialmente strumenti di previsione. Kelly e vari altri teorici di questo approccio suggeriscono che, nonostante esistano infiniti modi di costruire un evento, alcuni possano essere più efficaci di altri, in quanto danno origine a previsioni più accurate e, nel tempo, si dimostrano più utili per anticipare gli eventi. Kelly utilizza questa discriminazione per formulare la sua definizione di disturbo psicologico, inteso come l’utilizzo ripetuto di qualsiasi forma di costruzione che sia già risultata fallimentare, nei termini del soggetto stesso.

Coerentemente con la formazione fisico matematica del suo autore, la teoria dei costrutti personali è formulata secondo un impianto analitico molto rigoroso e formale che ricorda il modo in cui potrebbe essere enunciata una teoria matematica. Kelly, infatti, inizia la sua trattazione a partire da un postulato fondamentale, così formulato “i processi individuali sono indirizzati psicologicamente dal modo in cui il soggetto li prefigura”. Tale postulato significa che le attività dell’individuo sono indirizzate dai costrutti (le modalità) con cui egli prevede gli eventi ed è basato sulla visione soggettiva espressa dall’individuo. A tale postulato quale seguono undici corollari di specificazione (Corollario di costruzione, Corollario di individualità, Corollario di organizzazione, Corollario di dicotomia, Corollario di scelta, Corollario del campo, Corollario dell’esperienza, Corollario di modulazione, Corollario di frammentazione, Corollario di comunanza e Corollario di socialità). Un’importante implicazione del postulato fondamentale, se combinato al principio dell’alternativismo costruttivo, è l’attribuzione di una forte agentività alla persona, alla quale viene data la responsabilità di scegliere il modo in cui costruire gli eventi e quindi la direzione in cui muoversi.

ALCUNE RIFLESSIONI

La prospettiva proposta dalla teoria dei costrutti personali fornisce un punto di vista alternativo rispetto a quello di molte altre teorie psicologiche, in quanto invita alla comprensione del mondo di significati dell’individuo a partire dai presupposti della persona stessa. Lo sforzo a cui sono chiamati i professionisti di questo approccio è quello di guardare il mondo con gli occhi dell’altro. Questo permette di leggere l’esperienza dell’essere umano in ottica di senso, che mette da parte la dimensione del giudizio e si interessa dei processi di costruzione soggettivi e del valore che, per la persona, può avere scegliere di costruire il mondo in un modo piuttosto che in un altro.

Tuttavia Kelly è stato criticato per il fatto che la sua concezione di scienziato trascuri la componente affettiva dell’essere umano. È, tuttavia, importante sottolineare come il processo di anticipazione ed elaborazione delle proprie costruzioni abbia a che fare con la complessità dell’esperienza umana e non si limiti solamente alla sfera cognitiva. Attribuire un significato non equivale né al pensare né al sentire. Secondo la teoria di Kelly, cognizioni ed emozioni sono intrinsecamente unite nell’attività di discriminazione che è propria dell’elaborazione di significato e quindi è ciò su cui si fonda la propria costruzione del mondo. Allo stesso modo, costruire il mondo attribuendovi significato non serve a fare esperienza ma coincide con il fare esperienza, come descritto dettagliatamente in quello che Kelly definisce il ciclo dell’esperienza.

  • Chiari, G., & Nuzzo, M. L. (1996). Psychological constructivisms: A metatheoretical differentiation. Journal of Constructivist Psychology, 9(3), 163–184. https://doi.org/10.1080/10720539608404663
  • Kelly, G. A. (1955). The psychology of personal constructs. Vol. 1. A theory of personality. Vol. 2. Clinical diagnosis and psychotherapy. W. W. Norton.
  • Walker, B. M., & Winter, D. A. (2007). The Elaboration of Personal Construct Psychology. Annual Review of Psychology, 58, 453–477. https://doi.org/10.1146/annurev.psych.58.110405.085535
  • Winter, D. A. (2015). What does the future hold for personal construct psychology? In J. D. Raskin, S. K. Bridges, & J. S. Kahn (Eds.), Studies in meaning 5: Perturbing the status quo in constructivist psychology (pp. 28–63). Pace University Press.

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